Meta: quale cambiamento?

Meta non è solo la reimmissione nel mercato di un servizio, inizialmente conosciuto con un altro nome – questo processo si chiama rebrandering – ma è una società multiservice, che spazia dalla connessione sui social a quella del business.

Tranquillo, come hai visto Facebook pur cambiando nome non ha avuto modifiche sostanziali, almeno apparentemente; quella che è cambiata è la sociatà che lo ha generato, la quale possiede anche Instagram e Whatsapp, infatti i nomi dei singoli servizi rimangono immutati.

Pur rimanendo il più diffuso, Facebook però non è più il social in crescita, forse per il susseguirsi di polemiche nate nel corso del tempo e legate al trattamento dei dati degli utenti, alla mancanza di censura, alle fake news e alla disinformazione.

Cambiare nome alla società significa quindi anche liberare le altre aziende, che fanno parte del gruppo, di significati negativi.

Il cambiamento è avvenuto a livello di brand e quindi di valori comunicati e intrinseci.

 

Ma perché proprio Meta?

Meta perché Mark Zuckerberg ha usato la contrazione di “metaverso”, un termine coniato nel 1992 da Neal Stephenson per il suo romanzo di fantascienza. Una combinazione dei termini “meta” (di origine greca) e “universo”.

Nella fantascienza il metaverso è un’ipotetica ripetizione di internet, quale unico mondo virtuale.

Il metaverso di Zuckerberg non sarà un recinto chiuso con un social network, ma una versione più evoluta di internet dove al suo interno possono nascere siti e piattaforme.

Fin dal 2004 con la nascita di Facebook, l’ambizione di Zuckerberg è stata quella di connettere il mondo intero, da qualsiasi area, attraverso la sua piattaforma e forse c’è riuscito.

Facebook è presente nel 92% degli stati, ha 2,6 miliardi di iscritti (tra le più grandi piattaforme a livello globale), quindi è riduttivo chiamarlo “social network”, bensì è un multiservice, per questo c’è stato bisogno di un cambiamento.

Un discorso a parte lo merita il logo “Meta”, a mio modesto parere non proprio originale come simbolo, molto sfruttato in ambito tecnologico, perché ricorda l’infinitoe usato anche in altre situzioni non necessariamente legate alla comunicazione ed alla tecnologia.

Comunque sia breve e conciso.